Ringrazio Gino Roncaglia che, a margine della sua presentazione piacentina dell’ultimo libro – L’architetto e l’oracolo ( di cui ho scritto qui ) -, mi ha segnalato, all’interno di uno stimolante confronto sulla comune passione per la fantascienza, la trilogia di Ann Leckie Ancillary . I tre libri che compongono la trilogia ( Justice , Sword e Mercy ), originariamente usciti nel 2013, 2014 e 2015, sono stati pubblicati prima da Fanucci (in realtà solo i primi due, rispettivamente nel 201 4 e 2015 ) e successivamente da Mondadori, raccolti prima nel volum(on)e completo uscito nel 2019 e poi singolarmente nella collana Urania Jumbo ( 2020 , 2021 e 2021 ). Si tratta di una space opera dove il Radch è un impero galattico umano che annette brutalmente e sanguinosamente sistemi fino a quando non cozza di fronte ad una civiltà ancora più violenta e temibile. I mezzi per l’espansione e per il controllo dei propri sistemi sono affidati dal Radch ad astronavi guidate da Intelligenze Artif
Quando, nei giorni scorsi, ho visto tra le novità della libreria il libro di Robert M. Pirsig Sulla Qualità (sottotitolo solo sul frontespizio: Scritti scelti e inediti ; Adelphi, 2024) ho compiuto un vero e proprio viaggio mentale nel passato. L’anno era il 1982/’83, il mio primo anno di frequenza della Facoltà di Magistero dell’Università di Parma. All’epoca la composizione del piano di studi era molto più liberale di quella odierna ed era necessario l’inserimento solo di 5 corsi in istituti fondamentali sui 19 esami necessari per discutere la laurea. Per il sottoscritto le aree erano: Filosofia, Psicologia, Sociologia, Letteratura italiana e (ovviamente dato che sono laureato proprio in questo) Pedagogia. Non mi ricordo quale fosse il motivo, ma all’inizio non volevo affrontare subito il corso di Pedagogia, così inizialmente rimase fuori dalla mia bozza di piano di studi, ma dovetti fare i conti con le reazioni di amiche e amici usciti dalla prima lezione del corso di Pedagogia I